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Il tennistaoperaio Simon alla sfida con Federer, l’amministratore delegato di Wimbledon

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Messaggio Da nanobabbo Mar 07 Lug 2015, 14:55

Il tennistaoperaio Simon alla sfida con Federer, l’amministratore delegato di Wimbledon
di Claudio Giuliani da UBITENNIS 07/07/2015

Una volta il tennistaoperaio combatteva i tennistipadroni. Oggi ci sono anche i tennishipster fra i nemici. Immaginando che tutto il circuito sia di casa a Roma, potremmo dire che la gentrificazione dei tennishipster sta togliendo ai tennistioperai tanti quartieri. Preclusi i soliti Parioli (Djokovic), Prati (Nadal), Olgiata (Federer), San Giovanni (Wawrinka), la pattuglia operaia ha perso dapprima San Lorenzo, con i tennisti à la Brown a movimentare un quartiere una volta caratterizzato da ritmi regolari, e poi il Pigneto, una vecchia enclave di operai fra Casilina e Prenestina dove oggi i vari Kyrgios, Kudla e Basilashvili siedono all’isola pedonale di fronte a qualche officina del gusto, a mangiare Hamburger di Seitan e sorseggiando una birra artigianale amara al 49% nei locali dove una volta i tennisti in tuta blu riparavano macchine. Ai vari Robredo, Ferrer e Simon non rimangono che le borgate, Torpignattara, San Basilio e Tufello, dove mangiare l’abbacchio allo scottadito bevendo la classica Peroni, acquistabile al Carrefour aperto H24.

Ma chi è il tennista operaio? Per essere ammessi nel club bastano poche cose: avere una presa di diritto almeno semi-western; superare al massimo dieci volte l’anno i 200 all'ora di servizio; avere una percentuale di prime palle durante l’anno che sia superiore al 65%; il numero di unforced, gli errori gratuiti durante una partita, non deve mai superare il numero di vincenti dell’avversario. E poi correre, tanto. È più una questione di attitudine che di modello di gioco. È più un prendersi sul campo da tennis la rivincita nei confronti del talento, quello dei bei colpi dei campioni dagli sponsor grossi e importanti, delle attenzioni dei media e dei privilegi dispensati sotto varie forme. È cercare di invertire la selezione naturale del tennis, dove la sopravvivenza del più adatto, il più dotato di talento, richiede la distruzione della specie nociva, quella dei tennisti tutta corsa e testa.

Dopo anni di adattamento specifico, i tennistioperai sono riusciti a destreggiarsi con gloria anche sui campi in duro. Ma è in primavera-estate che si esaltano, quando c’è la terra battuta sotto le loro suole abrase. Arrivano quindi i successi, spesso nei tornei minori però, perché la necessita dello show-business ha fatto velocizzare anche i campi in rosso, restringendo di fatto l’accesso anche alla vittoria del Roland Garros, che una volta era “roba loro”, poi è diventata “roba di Nadal” e ora, dopo il successo di Wawrinka, è diventata, forse, terra liberata.

Per il tennistaoperaio giugno è il mensis horribilis, con tre settimane in cui si gioca praticamente su erba a meno che di non si vada in cerca dei Challenger. Thomas Muster, tennista austriaco degli anni ’90 fra i fondatori di questo club e già vincitore del Roland Garros nel 1995, quando era top ten non giocava Wimbledon, per dire. Preferiva giocare nella stessa settimana il Challenger di San Marino: pura refrattarietà al verde, il manto degli eletti. E quest’anno l’agonia si è allungata anche di una settimana. Si è passati dai rimbalzi precisi e alti della terra rossa alle palle basse e alle traiettorie mutevoli del verde, dove si è costretti a cercare il punto con la battuta e a fare qualche passo in avanti, adattando movimenti e riducendo le aperture. E allora sì che i tennistioperai faticano.

Di solito, la seconda settimana di Wimbledon non è mai affare di questa categoria, spesso bistrattata. La RSU aziendale non partecipa mai al Consiglio d’amministrazione, quello che si riunisce ogni anno a Londra ed elegge il presidente, sempre scelto fra una rosa dei soliti noti. Quest’anno poi, il delegato per eccellenza di Podemos, David Ferrer, è stato messo in mobilità forzata e non ha potuto quindi rappresentare le istanze dei corridori al board. Allora i tennistioperai hanno trovato un nuovo rappresentante, capace di sedere al tavolo dei magnifici otto, dove si prendono le decisioni che cambiano la classifica: Gilles Simon.

Prima di parlare di Gilles, è doveroso ricordare i caduti sull'erba inglese nel tentativo di nobilitare il lavoro in catena di montaggio. La solita mattanza è stata servita col solito menu: servizi imprendibili, rasoiate in backspin e volée (per i più ardimentosi) tagliate. Nei bar pasoliniani di Roma sud, dove biliardo e biliardino hanno ancora più spazio delle slot, è appesa la foto segnaletica dell’hipster Denis Kudla, capace di battere prima Santiago Giraldo e poi Pablo Cuevas, rappresentante sindacale dei tennistioperai e protagonista fin qui di un’ottima stagione. Nulla ha potuto Marcel Granollers contro Mayer mentre l’ultimo iscritto al partito, Victor Estrella-Burgos, è stato protagonista di uno scambio culturale, andando in gita premio al cospetto di Wawrinka, uno dei maggiorenti fra i capitani d’industria. Paolo Lorenzi, praticamente uno che nel secondo settore sarebbe rappresentato da Landini e che nel borsone da tennis conserva gelosamente il ciclostilato di Potere Operaio, ha fatto il suo solito, arrendendosi a Jiri Vesely, vice presidente di Confindustria giovani. Carreno Busta è stato spazzato via da Monfils, mentre Roberto Bautista-Agut, forse lo spagnolo dai colpi con meno spin degli ultimi vent’anni, uno che in campo gioca sempre col giacchetto fluo per il cambio gomma in strada, si è trovato di fronte il Visconte Cobram del tennis, quel Federer che a Wimbledon mette anche la giacca quando entra in campo contro i tennisti in tuta da lavoro, e si lascia fotografare stizzito se uno non del suo rango gli ruba un set (Groth).

E allora meno male che c’è lui, Gilles Simon. Più di qualcuno contesta l’appartenenza di Simon al partito dei volenterosi, non cogliendo le sottigliezze del manifesto operaio. Non è solo questione di prese di racchetta, è più materia di attitudine. Capace di addormentare l’avversario con il suo tennis-metronomo da fondo campo, Simon è riuscito a far addormentare in campo anche Tomas Berdych, uno che pure le armi le avrebbe per giocare più vicino alla riga di fondo e accorciare gli scambi. E invece il francese ha tessuto la sua solita tela da fondo campo con le solite traiettorie profonde e mai troppo angolate, non sia mai si rischi qualcosa. E Berdych ne è rimasto intrappolato, facendo alla fine una magra figura.

Ora il tennista operaio è chiamato alla sfida con il “padrone”: Roger Federer. Il deuteragonista, l’addetto da catena di montaggio in tuta da lavoro e scarpe antifortunistiche, sfiderà l’Ad, colui che indossa l’abito di sartoria e ha i pallini sotto le scarpe, alla ricerca ancora una volta della nomina a Presidente, ovvero dell’ufficio all'ultimo piano. L’Ad in pectore, ancora scottato dalla nomina di Djokovic a massimo responsabile dell’azienda del 2014, non ha tempo da perdere mentre attraversa velocemente le linee di produzione in direzione dell’ascensore. Ma Simon, iscritto a Lutte ouvrière, ha una missione da compiere in nome dei suoi compagni di partito, i metallurgici: cercare a Wimbledon il seggio che il partito dei tennistioperai non è riuscito a conquistare al Roland Garros. Una missione impossibile, una rivoluzione da quarto stato, una battaglia sui diritti per affermare ancora di più che giocare a tennis da operai ha pari dignità.
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Messaggio Da panchosegura Mar 07 Lug 2015, 19:53

Ma Simon non è un tennista operaio...se non un dirigente, quanto meno è un quadro...

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Messaggio Da Sinnet Mar 07 Lug 2015, 20:08

Andrea ma quanto caldo fà dalle tue parti ?
O forse hai portato qualche nuova sostanza dall'Africa che ti fà avere certe folgorazioni così illuminate ?
A prescindere dalla bella panoramica fatta con encomiabili paralleli con il mondo del lavoro, io non condivido la tua analisi di questo Wimbledon e non vedo una netta distinzione tra le due categorie di tennisti che tu identifichi.
E forse come diceva qualche lontano filosofo la virtù stà nel giusto mezzo, alcuni tennisti che non hai per niente nominato stanno nella zona mediana e tra questi metto Djokovic, Murray e Nishicori (migliori esponenti), per cui io vedo il tennis non solo come un confronto di stili ma anche un confronto di abilità ereditate da una genetica che non a tutti distribuisce i stessi doni, quindi Chapeau a chiunque avvanza fino alla fine e scrive una nuova pagina di storia.
Per concludere alcuni con inclinazioni più agrituristiche sostengono che i campi verdi sono ideali per allevare i bovini e forse a sostenere questa credenza sono stati gli Aussie che hanno riconvertito tutti i loro grass court in hard court con buona pace di una scuola che aveva fatto tendenza.
Gli altri che non si sono convertiti sono proprio gli Inglesi che a stento sfornano un buon tennista ogni 10 anni.
IMHO.
osanna
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Messaggio Da nanobabbo Mer 08 Lug 2015, 08:33

buongiorno carissimo Giuseppe... l'articolo non l'ho scritto io, ma tale Claudio Giuliani... è scritto nella seconda riga.
mi sembrava semplicemente un argomento interessante trattato in maniera ironica...
dal punto di vista puramente sportivo sono molto più ammirabili i tennisti operai, che nonostante il minor talento, riescono comunque a tenere testa e addirittura a battere molti tennisti talentuosi...
primo tra tutti questi metto nadal, che ha fatto del fattore fisico e mentale un arte micidiale!!! e cosa dire di djokovic? migliore espressione del tennis moderno: fisico, tecnica, mente... una macchina da guerra quasi insuperabile!
per murray il discorso secondo me è diverso, ha un talento incredibile, tempo sulla palla, velocità di esecuzione, volè, rovescio in back... una fisicità mostruosa, ma un'attitudine in campo nemmeno lontanamente parente di un topo 5...
poi ci sono i gusti personali... il tennista per cui ho maggiormente tifato era ivanisevic... non proprio l'icona di un tennis pulito e delicato, non amo federer, troppo freddo, mi emoziona poco, mi piacevano da matti mcenroe, edberg, noah, korda...
il fatto che qualcuno emozioni di più o di meno è indipendente da tante questioni tecniche... quando ci si innamora non importa che la donna di cui lo si fa sia una super modella... spesso è altro che ci attrae!
poi ci sono alcuni tipo di giocatori che guardiamo più volentieri e altri meno... io mi stufo in fretta a guardare un torneo dal vivo di seconda categoria, mi piace molto di più vedere un torneo di quarta, la varietà mi attira molto di più della potenza!!!
il tutto IMHO, ovviamente! Very Happy
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Messaggio Da DrDivago Mer 08 Lug 2015, 12:49

Per me, considerati solo gli atleti in attività, il "tennista operaio" per antonomasia è Ferrer.
Nadal ha maggior varietà di colpi e, soprattutto, ben altro fisico.

Simon rientra più nella (numerosa) categoria dei "bei perdenti", ovvero quei tennisti dotati di tecnica sopraffina, ma incapaci di competere con i primi della classe per una manifesta inferiorità mentale e tattica.
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Messaggio Da Sinnet Mer 08 Lug 2015, 20:37

nanobabbo ha scritto:buongiorno carissimo Giuseppe... l'articolo non l'ho scritto io, ma tale Claudio Giuliani... è scritto nella seconda riga.
mi sembrava semplicemente un argomento interessante trattato in maniera ironica...
dal punto di vista puramente sportivo sono molto più ammirabili i tennisti operai, che nonostante il minor talento, riescono comunque a tenere testa e addirittura a battere molti tennisti talentuosi...
primo tra tutti questi metto nadal, che ha fatto del fattore fisico e mentale un arte micidiale!!! e cosa dire di djokovic? migliore espressione del tennis moderno: fisico, tecnica, mente... una macchina da guerra quasi insuperabile!
per murray il discorso secondo me è diverso, ha un talento incredibile, tempo sulla palla, velocità di esecuzione, volè, rovescio in back... una fisicità mostruosa, ma un'attitudine in campo nemmeno lontanamente parente di un topo 5...
poi ci sono i gusti personali... il tennista per cui ho maggiormente tifato era ivanisevic... non proprio l'icona di un tennis pulito e delicato, non amo federer, troppo freddo, mi emoziona poco, mi piacevano da matti mcenroe, edberg, noah, korda...
il fatto che qualcuno emozioni di più o di meno è indipendente da tante questioni tecniche... quando ci si innamora non importa che la donna di cui lo si fa sia una super modella... spesso è altro che ci attrae!
poi ci sono alcuni tipo di giocatori che guardiamo più volentieri e altri meno... io mi stufo in fretta a guardare un torneo dal vivo di seconda categoria, mi piace molto di più vedere un torneo di quarta, la varietà mi attira molto di più della potenza!!!

il tutto IMHO, ovviamente! Very Happy
Buonasera Andrea
pensavo che lo avevi pubblicato, senza commenti, perchè era un pò il tuo pensiero e quindi mi sono permesso di obbiettare, ma vedo che anche tu non nè condividi il contenuto e questo mi rende più sereno, perchè spesso si costruiscono dei "castelli di parole" per dire molte assurdità con il solo scopo di colpire il lettore con il linguaggio raffinato e nulla più, questa è un pò quello che fanno spesso i media per aumentare la tiratura.
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Messaggio Da nanobabbo Gio 09 Lug 2015, 11:18

in genere io riporto quello che mi piace... di questo articolo mi piacevano soprattutto il modo in cui raccontava le cose, alcune condivisibili, altre meno...
a volto riporto anche quello che non mi piace da utilizzare come argomento di discussione!!!
in questo caso concordo sul fatto che ci siano giocatori di molto talento e altri con molto meno... nello sport, soprattutto negli sport molto tecnici, come tennis, golf, sci... le componenti principali si mescolano (tecnica, fisico, mente) e formano insieme il valore del giocatore. in alcuni casi alcune caratteristiche sono molto prevalenti rispetto alle altre...
penso sia innegabile che un ferrer sia un tennista in cui le componenti fisiche e mentali sia predominanti rispetto a quelle tecniche, non dimenticando che la tecnica di questi giocatori è SEMPRE eccezionale!!!
in un tennista come mcenroe mente e tecnica predominavano rispetto all'aspetto fisico...
sto ovviamente semplificando il discorso perchè sarebbe molto più complesso... la tattica/strategia la metto grossolanamente nella categoria mente... poi ci sono alcuni giocatori che ne soffrono di più altri, vuoi per personalità, vuoi per stile di gioco!!!
a voi...
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