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I miglioramenti di Cilic su servizio e dritto
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I miglioramenti di Cilic su servizio e dritto
Tecnica: i miglioramenti di Cilic su servizio e dritto
da UBITENNIS del 12 SETTEMBRE 2014 di LUCA BALDI
Dei clamorosi miglioramenti nel gioco di Marin Cilic se ne sono accorti un po’ tutti, a partire da Berdych, Federer e Nishikori, vittime della cavalcata in crescendo che ha portato il croato a vincere il torneo dominando gli ultimi match. Analizziamo i due colpi maggiormente interessati da questi cambiamenti tecnici, servizio e diritto
Vado a memoria, e nel caso saranno gradite le puntualizzazioni dei lettori più attenti alle statistiche, ma negli ultimi 30 anni ricordo un tre set a zero tanto netto, con l’avversario che non arriva a 5 game in nessun parziale, alla prima finale di major, solo da parte di Edberg nel 1985 in Australia (6-4, 6-3, 6-3 a Wilander), Sampras a New York nel 1990 (6-4, 6-3, 6-2 ad Agassi), Krajicek a Wimbledon nel 1996 (6-3, 6-4, 6-3 a Washington), Kuerten a Parigi nel 1997 (6-3, 6-4, 6-2 a Bruguera), Korda nel 1998 in Australia (6-2, 6-2, 6-2 a Rios), Safin a New York nel 2000 (6-4, 6-3, 6-3 a Sampras), Ferrero nel 2003 a Parigi (6-1, 6-3, 6-2 a Verkerk). Con il 6-3 periodico inflitto da Cilic a Nishikori l’altro giorno, siamo a otto esordienti in finale che vincono dominando la partita a tale punto in 30 anni, a mio avviso un dato degno di nota.
L’autorità con cui Marin ha disposto del giapponese testimonia la crescita dal punto di vista mentale e nervoso del giocatore, apparso assolutamente padrone del campo e sicurissimo dei propri mezzi, nonchè assolutamente indifferente all’importanza di un evento che stava vivendo per la prima volta: davvero notevole, e come detto piuttosto raro nella storia recente del tennis. Ma la sicurezza in se stessi, sul campo, non può che derivare da una grande fiducia nell’efficacia del proprio gioco, e qui le differenze rispetto al passato sotto l’aspetto puramente tecnico ed esecutivo sono state decisive.
Cilic ha sempre avuto un grande rovescio, solido e istintivo, con una preparazione con testa della racchetta portata molto alta (sopra la spalla), conseguente flessione in caricamento dei polsi più rapida del normale, e perfetto timing nell’impatto nonostante questa azione di ovalizzazione un po’ più ampia dello standard. Splendido colpo, che il croato riesce spesso ad anticipare dall’alto in basso, e all’occorrenza è capace di variare in slice con ottima sensibilità, ottenendo rasoiate velocissime a filo della rete.
I problemi di Marin (relativi, stiamo pur sempre parlando di un top-player) riguardavano gli altri due fondamentali, il servizio e il dritto. E qui, andando un poco più nel dettaglio, si possono notare cambiamenti di movimento e di esecuzione molto evidenti. Andiamo ad analizzare il dritto.
Nell’immagine si può vedere Cilic nell’esatto istante in cui completa il movimento di preparazione del dritto, l’attimo che precede la fase di apertura verso dietro del polso e la caduta della testa della racchetta. Il frame a sinistra è del 2008, quello a destra di quest’anno. Come si vede, prima Marin teneva la testa della racchetta molto più chiusa, angolata a 45° in avanti, a causa del gomito troppo piegato, il che lo costringeva successivamente a una flessione posteriore del polso molto più accentuata, quasi strappata, di qui l’impressione visiva del dritto un po’ “sfarfallante”, e come conseguenza finale una maggiore difficoltà nel trovare sempre il timing perfetto. Preparando in modo così macchinoso il colpo che sentiva meno bene, incorreva spesso in percentuali insufficienti e diversi gratuiti. Nel frame più recente, si vede una azione di ovalizzazione molto più lineare e fluida, con testa della racchetta portata dietro-alta a 90°, e quindi successivo movimento a colpire più rapido, semplice e sicuro. Risultato, con il dritto adesso Cilic fa i buchi come e meglio che di rovescio.
Passando al servizio, le differenze sono altrettanto evidenti, in special modo l’azione delle spalle e del braccio.
Qui vediamo Marin sempre nel 2008 a sinistra, quest’anno a destra, nell’esatto istante in cui rilascia il lancio di palla e si porta nella postura di caricamento massimo prima del movimento a colpire. La posizione di partenza platform (o foot-back) dei piedi è rimasta la stessa, ma guardiamo l’inclinazione del compasso delle spalle: rispetto a prima, Cilic apre verso dietro la spalla destra in modo estremamente più accentuato, passando da una posizione delle spalle a 45° rispetto alla riga di fondo a una quasi parallela. Oltre a ciò il braccio viene portato più indietro con gomito correttamente vicino ai 90° e racchetta verticale, mentre prima Marin rattrappiva troppo l’articolazione tenendo il gomito basso e la testa della racchetta chiusissima, rivolta in avanti. Un po’ come nel dritto, evidentemente era una errata predisposizione coordinativa del giocatore a livello istintivo, questa preparazione poco lineare con racchetta troppo chiusa in avanti limitava la fluidità del successivo movimento a colpire verso l’alto-avanti: adesso, con l’articolazione ben aperta e le spalle ben ruotate, e conseguente maggiore ingresso in avanti dell’anca così come un asse di equilibrio molto più centrale, Cilic è in grado di scatenare l’azione del braccio e di ottenere il massimo dalla spinta combinata delle gambe e della rotazione busto-spalle. Risultato, nei game di servizio ha nascosto la palla un po’ a tutti.
Modifiche di simile rilievo, e devastante efficacia, apportate nel giro di un anno ai due colpi (servizio e dritto) più importanti di un tennista moderno, già abbondantemente formato e dagli automatismi consolidati, sono un qualcosa di tecnicamente incredibile, e difficilissimo da implementare. Mettiamoci infine una palese crescita di condizione fisica, potenza muscolare, ed elasticità articolare, che consente a Marin di volare letteralmente sul campo nonostante i quasi due metri di altezza, e la spiegazione dell’esplosione del giocatore ad altissimi livelli risulta chiara, con ragioni tecniche assolutamente evidenti. Come evidenti sono i meriti in tutto questo di Goran Ivanisevic, al quale non posso che rivolgere un applauso a scena aperta: lavoro magnifico, e successo meritatissimo.
da UBITENNIS del 12 SETTEMBRE 2014 di LUCA BALDI
Dei clamorosi miglioramenti nel gioco di Marin Cilic se ne sono accorti un po’ tutti, a partire da Berdych, Federer e Nishikori, vittime della cavalcata in crescendo che ha portato il croato a vincere il torneo dominando gli ultimi match. Analizziamo i due colpi maggiormente interessati da questi cambiamenti tecnici, servizio e diritto
Vado a memoria, e nel caso saranno gradite le puntualizzazioni dei lettori più attenti alle statistiche, ma negli ultimi 30 anni ricordo un tre set a zero tanto netto, con l’avversario che non arriva a 5 game in nessun parziale, alla prima finale di major, solo da parte di Edberg nel 1985 in Australia (6-4, 6-3, 6-3 a Wilander), Sampras a New York nel 1990 (6-4, 6-3, 6-2 ad Agassi), Krajicek a Wimbledon nel 1996 (6-3, 6-4, 6-3 a Washington), Kuerten a Parigi nel 1997 (6-3, 6-4, 6-2 a Bruguera), Korda nel 1998 in Australia (6-2, 6-2, 6-2 a Rios), Safin a New York nel 2000 (6-4, 6-3, 6-3 a Sampras), Ferrero nel 2003 a Parigi (6-1, 6-3, 6-2 a Verkerk). Con il 6-3 periodico inflitto da Cilic a Nishikori l’altro giorno, siamo a otto esordienti in finale che vincono dominando la partita a tale punto in 30 anni, a mio avviso un dato degno di nota.
L’autorità con cui Marin ha disposto del giapponese testimonia la crescita dal punto di vista mentale e nervoso del giocatore, apparso assolutamente padrone del campo e sicurissimo dei propri mezzi, nonchè assolutamente indifferente all’importanza di un evento che stava vivendo per la prima volta: davvero notevole, e come detto piuttosto raro nella storia recente del tennis. Ma la sicurezza in se stessi, sul campo, non può che derivare da una grande fiducia nell’efficacia del proprio gioco, e qui le differenze rispetto al passato sotto l’aspetto puramente tecnico ed esecutivo sono state decisive.
Cilic ha sempre avuto un grande rovescio, solido e istintivo, con una preparazione con testa della racchetta portata molto alta (sopra la spalla), conseguente flessione in caricamento dei polsi più rapida del normale, e perfetto timing nell’impatto nonostante questa azione di ovalizzazione un po’ più ampia dello standard. Splendido colpo, che il croato riesce spesso ad anticipare dall’alto in basso, e all’occorrenza è capace di variare in slice con ottima sensibilità, ottenendo rasoiate velocissime a filo della rete.
I problemi di Marin (relativi, stiamo pur sempre parlando di un top-player) riguardavano gli altri due fondamentali, il servizio e il dritto. E qui, andando un poco più nel dettaglio, si possono notare cambiamenti di movimento e di esecuzione molto evidenti. Andiamo ad analizzare il dritto.
Nell’immagine si può vedere Cilic nell’esatto istante in cui completa il movimento di preparazione del dritto, l’attimo che precede la fase di apertura verso dietro del polso e la caduta della testa della racchetta. Il frame a sinistra è del 2008, quello a destra di quest’anno. Come si vede, prima Marin teneva la testa della racchetta molto più chiusa, angolata a 45° in avanti, a causa del gomito troppo piegato, il che lo costringeva successivamente a una flessione posteriore del polso molto più accentuata, quasi strappata, di qui l’impressione visiva del dritto un po’ “sfarfallante”, e come conseguenza finale una maggiore difficoltà nel trovare sempre il timing perfetto. Preparando in modo così macchinoso il colpo che sentiva meno bene, incorreva spesso in percentuali insufficienti e diversi gratuiti. Nel frame più recente, si vede una azione di ovalizzazione molto più lineare e fluida, con testa della racchetta portata dietro-alta a 90°, e quindi successivo movimento a colpire più rapido, semplice e sicuro. Risultato, con il dritto adesso Cilic fa i buchi come e meglio che di rovescio.
Passando al servizio, le differenze sono altrettanto evidenti, in special modo l’azione delle spalle e del braccio.
Qui vediamo Marin sempre nel 2008 a sinistra, quest’anno a destra, nell’esatto istante in cui rilascia il lancio di palla e si porta nella postura di caricamento massimo prima del movimento a colpire. La posizione di partenza platform (o foot-back) dei piedi è rimasta la stessa, ma guardiamo l’inclinazione del compasso delle spalle: rispetto a prima, Cilic apre verso dietro la spalla destra in modo estremamente più accentuato, passando da una posizione delle spalle a 45° rispetto alla riga di fondo a una quasi parallela. Oltre a ciò il braccio viene portato più indietro con gomito correttamente vicino ai 90° e racchetta verticale, mentre prima Marin rattrappiva troppo l’articolazione tenendo il gomito basso e la testa della racchetta chiusissima, rivolta in avanti. Un po’ come nel dritto, evidentemente era una errata predisposizione coordinativa del giocatore a livello istintivo, questa preparazione poco lineare con racchetta troppo chiusa in avanti limitava la fluidità del successivo movimento a colpire verso l’alto-avanti: adesso, con l’articolazione ben aperta e le spalle ben ruotate, e conseguente maggiore ingresso in avanti dell’anca così come un asse di equilibrio molto più centrale, Cilic è in grado di scatenare l’azione del braccio e di ottenere il massimo dalla spinta combinata delle gambe e della rotazione busto-spalle. Risultato, nei game di servizio ha nascosto la palla un po’ a tutti.
Modifiche di simile rilievo, e devastante efficacia, apportate nel giro di un anno ai due colpi (servizio e dritto) più importanti di un tennista moderno, già abbondantemente formato e dagli automatismi consolidati, sono un qualcosa di tecnicamente incredibile, e difficilissimo da implementare. Mettiamoci infine una palese crescita di condizione fisica, potenza muscolare, ed elasticità articolare, che consente a Marin di volare letteralmente sul campo nonostante i quasi due metri di altezza, e la spiegazione dell’esplosione del giocatore ad altissimi livelli risulta chiara, con ragioni tecniche assolutamente evidenti. Come evidenti sono i meriti in tutto questo di Goran Ivanisevic, al quale non posso che rivolgere un applauso a scena aperta: lavoro magnifico, e successo meritatissimo.
nanobabbo- Moderatore
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Località : Ravenna
Re: I miglioramenti di Cilic su servizio e dritto
Eh, sì.
Difficile negarlo: gran bel lavoro e utile lezione. C'è sempre spazio per migliorarsi.
Difficile negarlo: gran bel lavoro e utile lezione. C'è sempre spazio per migliorarsi.
riccardino- Consigliere fidato
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Re: I miglioramenti di Cilic su servizio e dritto
mi affascinano un sacco queste spiegazioni tecniche... un po' alla scimmione!!!
complimenti a cilic e goran!!!
complimenti a cilic e goran!!!
nanobabbo- Moderatore
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Località : Ravenna
Re: I miglioramenti di Cilic su servizio e dritto
nanobabbo ha scritto:mi affascinano un sacco queste spiegazioni tecniche... un po' alla scimmione!!!
complimenti a cilic e goran!!!
Lo scimmione spiega meglio. Però mi sembra abbastanza azzeccata, specialmente sul servizio: lì ha proprio cambiato faccia.
riccardino- Consigliere fidato
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Re: I miglioramenti di Cilic su servizio e dritto
anche l'apertura del dritto è parecchio differente!
ma sul servizio ha davvero fatto passi da gigante!
pensa che negli ultimi allenamenti col maestro mi sono ritrovato che faccio sempre gli stessi errori, ma se mi distraggo un secondo continuo a rifarli sempre... accidenti a me!!!
ma sul servizio ha davvero fatto passi da gigante!
pensa che negli ultimi allenamenti col maestro mi sono ritrovato che faccio sempre gli stessi errori, ma se mi distraggo un secondo continuo a rifarli sempre... accidenti a me!!!
nanobabbo- Moderatore
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